TORTORA
Il Museo archeologico di Blanda è ubicato a Palazzo Casapesenna, proprio nel centro storico di Tortora, una delle Città più antiche della Calabria, situata nell’incantevole Riviera dei Cedri, un lungo tratto della costa tirrenica cosentina.Il territorio di Tortora, posto al confine tra Basilicata e Calabria, ha conservato importanti tracce delle varie civiltà e culture succedutesi fin dal Paleolitico: Enotri, Greci, Cartaginesi, Lucani, Romani, Longobardesi. Il territorio tortorese è il primo comune della Calabria ad affacciarsi sul Mar Tirreno, tale territorio prevalentemente collinare è incluso in gran parte nel Parco Nazionale del Pollino.
TORTORA FU L’ANTICA BLANDA
Come riportato dallo storico romano Tito Livio, Blanda fu espugnata nel 214 a.c (4) dal console romano Quintino Fabio Massimo, per essersi schierata con Annibale nella Seconda guerra punica, così canta Livio: “oppida vi capta Conpulteria, Telesia, Compsa inde, Fugifulae et Orbitanum ex Lucanis; Blanda et Apulorum Aecae oppugnatea“(1). “Poco sappiamo sulle vicende di Blanda nel corso del III secolo, effettivamente dopo secoli di vita scarsamente documentata, ma alla fine del I secolo sul colle Palecastro, viene fondata la colonia romana di Blanda Julia in onore di Gaio Giulio Cesare“.
A partire dal IX secolo Blanda, sottoposta alle continue incursioni dei Saraceni, fu definitivamente abbandonata; alcuni dei suoi abitanti si rifugiarono nell’entroterra e fondarono su uno sperone roccioso il piccolo borgo di Julitta, che a partire dal X secolo iniziò una lenta espansione ed assunse il nome di Tortora.
L’etimologia del nome “Tortora” è evidentemente legata al termine latino “turtur”, ossia tortora, volatile che in questo territorio ha trovato il suo habitat naturale per vivere e riprodursi; la tortora selvatica è raffigurata anche nello stemma comunale.
(1) Tito Livio Ad urbe condita libri, libro XXIV, 20,5
(2) G.F. La Torre e A. Colicelli, Nella Terra degli Enotri: Atti del convegno di Studi Tortora 18-19 aprile 1998, Pandemos 2000.